Liste dritte al punto
Un post lungo e approfondito dedicato al re dei formati della comunicazione contemporanea, più un nuovo libro sull'interpretazione e il racconto del patrimonio culturale
Nel suo splendido libro La vertigine della lista Umberto Eco passa in rassegna le molteplici forme e occasioni in cui l’umanità ha sentito il bisogno di esprimersi in forma di elenco, semplicemente mettendo una cosa dopo l’altra. Nella letteratura, nelle arti visive, nella musica… dalla notte dei tempi al secolo scorso. I nostri elenchi puntati e caroselli sui social sono quindi gli epigoni di un formato antichissimo, per la scrittura professionale sicuramente il più antico.
L’ultimo post sul blog del Mestiere di Scrivere è dedicato proprio alle liste, a quelle pratiche, che usiamo a gogò, ma non sempre sfruttandone tutte le potenzialità. Come sempre, vi troverete soprattutto consigli pratici e tanti tanti esempi. Ne è venuto fuori un manualetto delle liste, con un regalino utile alla fine.
Un’esclusione che riguarda praticamente tutte e tutti: quella dal patrimonio culturale
Non sapevo che sette italiani su dieci non entrano mai in un museo, una mostra, un sito archeologico. L’ho imparato nei mesi scorsi seguendo le ricerche e poi leggendo capitolo dopo capitolo il nuovo libro di mio fratello Giovanni, Perché non parli? Come raccontare il patrimonio culturale, pubblicato da Johan & Levi.
Il libro è uscito da un paio di giorni e se lo segnalo qui non è per solidarietà familiare ma perché il tema della chiarezza e della capacità dei luoghi della cultura di parlare alla mente e al cuore delle persone mi appassiona da sempre e sono certa che interessa moltissime delle persone che leggono il mio blog e questa newsletter.
Io appartengo alla quota di tre italiani su dieci che frequenta con assiduità mostre e musei. Sono laureata in storia dell’arte e sulla materia possiedo una ricca biblioteca. Eppure anche a me luoghi e opere strappano spesso la famosa domanda che secondo la leggenda Michelangelo avrebbe rivolto alla statua del suo Mosè: “Perché non parli?”.
“Ci sembra normale che durante una visita a un luogo del nostro patrimonio culturale non ci venga spiegato nulla (o poco, o troppo, o male) e che l’esperienza sia così superficiale. Ci sembra normale che la maggioranza delle persone non prenda neppure in considerazione l’idea di entrarvi. Ci sembra normale, ma non lo è affatto. Si tratta invece di una forma di esclusione ben più sistematica e radicale di quella dovuta alle barriere architettoniche e sensoriali, perché riguarda quasi tutti.”
Facendoci viaggiare su e giù per l’Italia, il libro ci svela i segreti della divulgazione della cultura e del mestiere di curatore, per fare di una visita un’esperienza di arricchimento personale e un piacere, non l’ennesimo dovere da compiere. Segreti utili anche a un insegnante, una giornalista, uno studioso, una social media manager. Spoiler: non è il solito libro sullo storytelling. Ma forse a questo punto ti è venuta voglia di sbirciare l’indice e leggere l’introduzione…
Negli anni ho scritto tanti post su mostre, musei e divulgazione dell’arte. Se vuoi leggerli, puoi seguire questi “fili”: mostre, musei.
Mi sembra abbastanza per questa prima newsletter del 2025. Magari la prossima volta, dopo le liste pratiche, parliamo di liste poetiche. A presto!
Luisa
Buongiorno Luisa. Molto interessante il tema della comunicazione nell'ambiente del patrimonio culturale. È un argomento complesso ma che seguo sempre con piacere.
Grazie Luisa per il vertiginoso post sulle liste, e anche per il regalino alla fine 🙂.
Il libro di tuo fratello Giovanni mi incuriosisce molto: lo prenoto subito in libreria e lo segnalo anche a un'amica che lavora coi musei.